Cos’è Cross-Point
In questi ultimi anni a Brescia si sono intrecciate diverse lotte per affermare il diritto ad un’esistenza libera ed autodeterminata: dal diritto alla salute al diritto alla casa, dal libero sapere all’accesso ai servizi, contro la schiavitù della precarietà e la chiusura degli spazi di agibilità politica.
Queste lotte sono state portate avanti da diversi soggetti che spesso si sono trovati a unire le proprie forze all’interno di specifiche iniziative o di percorsi più articolati. Fra questi soggetti rientrano sia i collettivi e le associazioni che da anni lavorano sul territorio, che persone slegate da appartenenze che si sono mosse sulla spinta di un bisogno o perché coinvolte/travolte da quanto stava prendendo vita nella città. Non ultima l’esperienza del Presidio sotto e sopra la gru.
Queste interazioni hanno dato vita a spazi sociali e simbolici dove le singole esperienze si sono incrociate portando a reciproche trasformazioni. Incroci di relazioni, aspirazioni, conflitti che devono essere valorizzati come atto di resistenza alla culture razziste e omologatrici. Soprattutto ora che le complessità e le contraddizioni delle società globalizzate e delle migrazioni ci pongono una sfida grande, resa ancora più dura dalla crisi e dai suoi effetti devastanti.
CROSS-POINT nasce da questi incroci per affermare che migrare non è un reato ma un percorso di cambiamento della propria vita e del mondo. Migrare è una sfida complessa, determinata da molte cause. Non è solo disperazione, ma anche desiderio di conquistare nuovi diritti, esplorare terre e culture differenti, disertare la guerra. Migrare può generare frustrazione o felicità, sogno o incubo, chiusura identitaria o apertura di orizzonti, sfruttamento o ribellione, schiavitù o libertà.
CROSS-POINT è un progetto che vuole esprimere le nuove soggettività che abitano e animano il tessuto sociale della città. Per opporsi efficacemente alle leggi razziste, ai permessi di soggiorno legati ai contratti di lavoro, alla cultura leghista, all’ossessione securitaria e alla guerra tra poveri è ora necessario ripensare linguaggi e pratiche per sperimentarne di nuove.
CROSS-POINT vuole essere un’opportunità per la libera circolazione, per la creazione di relazioni di reciprocità. Dove l’incrocio rappresenta una possibilità concreta di trasformazione personale e collettiva.
CROSS-POINT vuole essere un incrocio dove valorizzare le specificità culturali e, allo stesso tempo, metterle in gioco e in discussione. Crede nel potenziale della contaminazione e della condivisione. Considera la differenza una ricchezza irriducibile, che non allude a privilegi o discriminazioni.
CROSS-POINT rifiuta i miti coloniali della purezza etnica e originaria, dell’identità nazionale, fissa e immutabile.
CROSS-POINT vuole superare confini e frontiere imposti da stati, guerre, condizioni sociali ed economiche per tenere insieme ciò che il razzismo istituzionale vuole dividere, quelle soggettività che vivono sulla propria pelle la precarietà, la criminalizzazione, la mancanza di libertà.
CROSS-POINT è un laboratorio sociale e culturale meticcio fatto da donne e uomini, autoctoni e migranti, di prima e seconda generazione, con o senza documenti,
CROSS-POINT migra in luoghi differenti per creare relazioni meticce e impure che siano all’origine di lotte e di trasformazioni possibili.